L’evacuazione della striscia di Gaza.
L’evacuazione della striscia di Gaza è stata molto dolorosa per i coloni ebraici. Non è servito a nulla che i rabbini abbracciassero la Torah e difendessero le loro sinagoghe — le 21 colonie sono state evacuate con l’esercito.
Secondo la Sacra Scrittura la striscia di Gaza non era mai stata parte del Paese promesso, non essendo mai stata occupata dal popolo d’Israele (Giudici 1:18). La striscia di Gaza sarà distrutta durante l’ultimo conflitto armato e solo dopo spetterà alla tribù di Giuda. “Perché Gaza sarà abbandonata e Ascalon ridotta a una desolazione; Asdod sarà cacciata in pieno mezzogiorno ed Ecron sarà sradicata. Guai agli abitanti della regione costiera, alla nazione dei Cheretei! La parola del Signore è rivolta contro di te, o Canaan, paese dei Filistei! “Io ti distruggerò al punto che non avrai più abitanti”. La regione costiera non sarà altro che pascoli, rifugi per pastori e recinti per greggi. Essa sarà un territorio per il resto della casa di Giuda…” (Sofonia 2:4-7).
Prima che si adempia questa profezia e che avvenga la distruzione della striscia di Gaza, doveva aver luogo l’evacuazione di tutti gli Israeliti affinché non morissero nel giudizio. Solo dopo Israele abiterà nelle frontiere stabilite da Dio, soltanto allora l’ordine divino di salvezza entrerà pienamente in vigore. Allo stesso modo tutti coloro che appartengono alla Chiesa dell’Iddio vivente vengono ricondotti all’ordine di salvezza che comprende ogni cosa, purché abbandonino il territorio non biblico.
Nel tempo di Giosuè Dio il Signore ha adempiuto la promessa data ad Abrahamo. “Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, io ve lo do, come ho detto a Mosè” (Giosuè 1:3).
La conquista del Paese Promesso era una marcia trionfale incomparabile di Israele. La Parola del Patto si trovava nell’Arca del Patto e fu portata dai sacerdoti. Le trombe squillarono, il Giordano si divise, le mura di Gerico caddero. Il sole e la luna si fermarono, finché la vittoria di Dio fosse stata manifestata. Poi, però, viene la parte dolorosa, cioè che nel tempo di Giosuè la striscia di Gaza non venne interamente conquistata e proprio questo territorio rimase ai nemici d’Israele e fino al dì d’oggi riesce fatale ad Israele. Sansone fu il primo a dover provare sulla propria pelle l’astuzia dei Filistei a Gaza (Giudici capitoli 13-16).
Le promesse di Dio sono qualcosa di prezioso, però dobbiamo impossessarci di esse con coraggio nella fede. Ciò vale anche per i credenti del Nuovo Patto. Tutte le promesse di Dio sono “sì” e sono “Amen” alla Sua gloria, ma, come sta scritto: “…per mezzo di noi”: “Poiché tutte le promesse di Dio hanno in lui il «sì» e l’«Amen», alla gloria di Dio, per mezzo di noi” (2. Corinzi 1:20). I credenti debbono mettere piede sul terreno di ogni promessa e così vincere il nemico sul posto. Ciò di cui non ci impossessiamo nella fede viene lasciato al nemico e proprio dall’ambito che non abbiamo vinto, veniamo attaccati.
La fede che è la nostra vittoria deve essere manifestata di fatto sul terreno delle promesse.
In Giosuè, capitolo 13, leggiamo: “…e rimane ancora una grandissima parte del paese da conquistare. Ecco quel che rimane: tutti i distretti dei Filistei…”. Poi vengono citate Gaza, Asdod e Askalon fino ad Afek al nord. L’originario paese dei Filistei è l’odierna striscia di Gaza lunga 40 chilometri. Viene già citata in relazione con Abrahamo che di tanto in tanto soggiornava a Gherar (Genesi cap. 20). Anche Isacco dimorò laggiù, e entrambi incontrarono il re dei Filistei Abimelec (Genesi cap. 26).
In Giudici, capitolo 2, troviamo una lezione importante sull’adempimento delle promesse divine: Se ci impossessiamo di esse nella fede, i nemici vengono sconfitti. Se rimangono inadempiute, i nemici continuano a primeggiare e ci rendono la vita difficile. Questo è di grande significato per i credenti della Chiesa neotestamentaria.
Solo ciò di cui ci impossessiamo con l’aiuto di Dio, fondati sulle promesse in tutti gli ambiti della vita naturale e spirituale, ci viene dato da Dio. Tutto ciò che si sottrae a questa influenza divina, ci servirà di tentazione. Così parla il Signore: “Io vi ho fatto salire dall’Egitto e vi ho condotto nel paese che avevo giurato ai vostri padri di darvi. Avevo anche detto: Io non romperò mai il mio patto con voi; e voi dal canto vostro, non farete alleanza con gli abitanti di questo paese; demolirete i loro altari. Ma voi non avete ubbidito alla mia voce. Perché avete fatto questo? Perciò anch’io ho detto: Io non li caccerò d’innanzi a voi; ma essi saranno per voi tanti nemici (oppure: “ma essi saranno come spine nei vostri fianchi”), e i loro dèi vi saranno un’insidia” (Giudici 2:1-3). Dio rimane fedele, Egli non può rompere il Suo Patto, non può ritirare alcuna promessa. Per questo motivo sta scritto: “Di tutte le buone parole che il Signore aveva dette alla casa d’Israele non una cadde a terra: tutte si compirono” (Giosuè 21:45).
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